Pandora

ideazione e regia Riccardo Pippa
di e con Claudia Caldarano, Cecilia Campani, Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Matteo Vitanza
dramaturg Giulia Tollis
maschere e costumi Ilaria Ariemme
scene Anna Maddalena Cingi
disegno luci  Paolo Casati
cura del suono Luca De Marinis
vocal coach Susanna Colorni
responsabile tecnico Alice Colla

scene costruite presso il laboratorio scenotecnico del Teatro Franco Parenti
costumi realizzati presso la sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni

produzione Teatro Franco Parenti/ Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale/ Fondazione Campania dei Festival in collaborazione con Teatro dei Gordi

regia video Raphael Tobia Vogel e e Davide Del Mare
produzione esecutiva cinematografica Magic Box Films
in collaborazione con Lateral Film


Una «tranche de vie» al tempo stesso surreale e realistica, in straordinario equilibrio tra comicità e tragedia, ironia e sofferenza, poesia e disagio esistenziale.
Claudia Cannella - Corriere della Sera

Dopo il debutto alla Biennale Teatro di Venezia 2020, torna in casa Parenti la compagnia del Teatro dei Gordi con il nuovo spettacolo Pandora.

I Gordi, guidati dal regista Riccardo Pippa, continuano l’indagine su una forma teatrale che si affida al gesto, ai corpi con e senza maschere, a una parola-suono scarna e essenziale che supera le barriere linguistiche.

Minuscoli, mostruosi eroi del quotidiano, diretti da un Riccardo Pippa in grande forma, Claudia Caldarano, Cecilia Campani, Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Matteo Vitanza (vanno nominati tutti perché sono tutti straordinari) sfondano i confini di decine di cliché e, tra un nudo in scena e un canto a cappella (tra i momenti più gustosi), portano in trionfo la poesia del vivere. Stefania Vitulli - il Giornale

Un bagno in fondo a un corridoio o sotto la piazza di una città. Può essere il bagno di un aeroporto, di un club o di una stazione di servizio. Lo attraversa un’umanità variegata e transitoria. È un luogo di passaggio, d’attesa, d’incontro tra sconosciuti, un camerino improvvisato dove fare scongiuri, nascondersi, sfogarsi. È un covo per i demoni, un’anticamera, una soglia prima di un congedo o un battesimo del fuoco. Non è un luogo più vero rispetto al fuori, è solo un altro aspetto dell’esserci; se fuori ci si deve attenere alle norme sociali, ad una prassi, al gioco, dentro si dismette qualcosa; è uno spazio amorale, di sospensione, anche di grossa violenza e nudità, un luogo comune dell’interiorità dove ampliare lo spettro dell’azione quotidiana oltre i limiti e le censure.
Il bagno pubblico è per eccellenza il luogo dove, per questioni culturali e di igiene, la presenza fisica dell’altro, la vicinanza, si avvertono in modo più problematico. È un’immagine atemporale che può parlarci, oggi, senza fare attualità, che non scade coi decreti, che può rappresentare una situazione di riconoscibile, naturale diffidenza, di paura dell’altro, paura di sentirsi di troppo o addirittura una minaccia, del sentirsi corpo e basta, appiattiti al mero bisogno, al mantenimento e alla difesa di una vera o presunta integrità. Filo conduttore del percorso dei Gordi ad oggi è la ricerca di un linguaggio fatto di movimento, partiture di gesti concreti, oggetti, vestiti, maschere e musica. Nel lavoro di scena ricercano sinestesie e un teatro poetico capace di emozionare e produrre immagini vive.
Pandora completa un’ideale “trilogia della soglia”: in Sulla morte senza esagerare la soglia è lo spazio tra l’aldiquà e l’aldilà, in Visite tra il presente e il passato; in Pandora la soglia è il corpo, che, con la sua straziante fragilità, separa e congiunge noi e il mondo. – Teatro dei Gordi –